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Michele Fiocco
Cavalli pensanti, alberi pensanti, sagome pensanti, sottendono una volontà di avvicinarci ad una natura troppo spesso svalutata del ruolo fondante, ma anche della capacità evocativa ed onirica, cui l’uomo dovrebbe fare più spesso riferimento, per leggere oltre il visibile.

Motivi pensanti su ripiani confusi

Opera unica dell'artista Michele Fiocco, cm. 60 x 60. Il tema ricorrente è il cavallo o forme di cavalli, fin da che l’uomo ha memoria il cavallo è sempre stato presente nella sua esistenza, un animale su cui poter fare affidamento sia nel lavoro più faticoso, sia negli spostamenti, sia, non da ultimo, nel combattimento e nella difesa delle proprie terre.
I cavalli di Michele Fiocco altro non sono che lo specchio delle più comuni e condivise caratteristiche umane; da un lato essi, con le loro lunghe ed esili zampe (non necessariamente quattro) si mostrano nella loro precarietà, nella difficoltà di reggersi e di mantenersi stabili, dall’altro, però, quelle stesse fragili zampe sono capaci di sostenere il peso di un corpo possente e vigoroso che non potrebbe stare in piedi altrimenti.

Informazioni aggiuntive

Altezza

60

Larghezza

60

Tecnica

Tecnica mista su tela

Tipo edizione

Opera unica

Anno

2022

Altre opere di
Michele Fiocco è nato 23 settembre 1964 diplomato all’Istituto d’Arte N. Nani a Verona. La sua attività artistica ha inizio nel 1984. Il tema ricorrente è il cavallo o forme di cavalli, perno fisso e costante, di un mondo evocato a metà fra l’osservazione attenta e le percezioni di fantasie, rielaborate e infine restituite in una sorta di forme stilizzate non più reali ma significative di una poetica circoscritta. Rapportare tecniche e tempi di lavoro ad un unica matrice creativa personalizzandola. Le tecniche pittoriche sono varie: colori ad olio, smalti, acrilici collage, inserimenti di oggetti, terre, ossidi, ecc. Di solito sono sempre terze persone a parlare e decifrare il linguaggio di un artista ma, per questo evento speciale, voglio sperimentare un modo semplice ed immediato per comunicare chi sono, o meglio, cosa dicono di me le mie opere. Se e' vero che dipingere, per un vero artista, significa rappresentare ciò' che vive nella sua anima, la creazione non e' mai auto celebrazione. L'artista vuole bussare con discrezione alle porte del cuore e della mente del suo interlocutore, ed entrare in punta di piedi nel suo mondo, per comunicare il proprio vissuto e, perché' no, anche la propria quotidianità', identica a quella di migliaia di persone umili e semplici che cercano di vivere onestamente del loro lavoro. Ecco perché' l'arte, quando diviene trasmissione di emozioni, e' rivolta a tutti, non solo agli specialisti di settore. Mi piace pensare che, di fronte ad una mia opera, il suo possessore abbia l'opportunità' di specchiarsi quotidianamente su di essa alla ricerca di elementi nuovi che crescono con lui perché' l'animo umano e' sempre in evoluzione. Ed allora potrebbe essere che nell'opera si intraveda spesso qualcosa di diverso perché' diverso e' lo stato d'animo di chi osserva. Ecco che le bottiglie o vasi vuoti piuttosto che contenenti dei fiori, hanno sempre sfumature diverse, rese pittoriche molto variabili a seconda della quantità' e qualità' di luce che in quel momento bagna l'opera...si, BAGNA, perché' la luce che cerco di rappresentare e' come un fluido energetico che fa vibrare i colori sempre in modo diverso. Lo spessore a vista delle pennellate e' presente in modo abbondante proprio per facilitare questa resa cromatica. Ed allora forse possiamo intravedere dei particolari o dei dettagli sempre nuovi perché' cambiano le condizioni dell'ambiente. Ma cambia anche il nostro stato d'animo, il nostro modo di osservare. Ecco allora che nel mercato di Piazza Erbe, può' spuntare all'improvviso la sagoma indefinita di un ortaggio o di una persona mai vista prima...o nei fiori recisi de "La stagione e' finita" la vita pulsa ancora perché' quei fiori capovolti sono destinati a una nuova e ben più' lunga vita nella quale il tempo e' un entità' indistinta e variabili. Ecco quindi il perché' della rappresentazione di oggetti presenti in modo costante nella vita e nella casa di persone normali.. Perché' a loro mi rivolgo in primis, affinché' possano permettersi una piccola pausa di fronte ad un opera d'arte e possano vedere attraverso i miei occhi, ciò' che hanno sempre visto ma mai osservato. E che dire del cavallo, a volte vero, a volte gioco a dondolo o pezzo degli scacchi, metafora della finzione che diviene realtà' o viceversa.... L'essere animali fatti di carne ed istinto e' anche un gioco, gioco al quale anche noi umani siamo assoggettati, proprio per non correre il rischio di prenderci solo e soltanto troppo sul serio. Ma essere animali "superiori" perché' dotati di coscienza e libero arbitrio, e' anche una grossa responsabilità'.. non sempre ne siamo all'altezza, e spesso gli animali (cani o cavalli ad esempio) dimostrano di usare il cuore molto più' di noi umani. Ecco la provocazione dei cuori rappresentati legati molto più alle azioni degli animali piuttosto che a quelle degli uomini.... Auguro a me stesso ed a chiunque osservi tali opere di non smettere mai di viaggiare e scoprire cose nuove dentro le stesse. Se cosi' sara' la nostra evoluzione sara' costante e non dimenticheremo la nostra vera essenza che va bel oltre la materia e che vive nella riscoperta quotidiana di noi stessi e del mondo nel quale viviamo. Buon viaggio a tutti.
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